Progetto Alternanza Scuola-Lavoro a Grosseto con gli studenti del Liceo Classico Carducci-Ricasoli

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Si è concluso qualche settimana fa un esperimento di collaborazione tra gli archeologi della societĂ  CoopEra e il Liceo Classico “Carducci-Ricasoli” di Grosseto, nell’ambito dei progetti di alternanza Scuola-Lavoro.

 

Il progetto, dal titolo â€śARCHEOLOGIA & BENI CULTURALI”, aveva lo scopo di fornire agli studenti del triennio opportunitĂ  di approfondimento conoscitivo e orientamento complessivo sui possibili ambiti lavorativi che gravitano intorno ai settori dell’Archeologia e dei Beni Culturali

Per le classi I A, I B, II A e II B, guidate dalla prof.ssa Francesca Maggi, è stato organizzato un percorso articolato in due distinti momenti con la collaborazione dell’archeologo dott. Alessandro Fichera – Presidente di COOPERA Soc. Coop. 

In un primo modulo del progetto le due classi hanno partecipato, il 3 e 4 aprile, ad una visita guidata al Parco Archeologico di Populonia e Baratti (piombino – LI), importante realtĂ  di importanza non soltanto nazionale nell’ambito della Valorizzazione e Gestione del Patrimonio archeologico con la quale Alessandro Fichera ha avuto modo di collaborare nel corso degli anni, anche come coordinatore dello stesso Parco. 

Alessandro Fichera, illustrando l’area etrusca del sito, ha introdotto la questione della valorizzazione delle risorse culturali di un’area geografica, utilizzando il Parco e le attivitĂ  dell’indotto come un vero e proprio modello. Gli studenti hanno poi trasposto la loro esperienza in un formato comunicativo di tipo multimediale, immaginando di rivolgersi a dei coetanei per pubblicizzare la stessa area archeologica visitata.

L’idea era quella di lasciar liberi i ragazzi, opportunamente dotati delle chiavi di lettura del Parco Archeologico e del contesto socio-economico che lo ha visto nascere, di esprimersi utilizzando i mezzi e le piattaforme social a loro disposizione.

I risultati, sfatando il classico mito dello studente scarsamente interessato agli stimoli esterni, lasciano emergere una realtĂ  molto interessante dal punto di vista delle capacitĂ  espressive e progettuali degli studenti, anche a conferma di quanto percorsi come questo siano valide occasioni di confronto con i professionisti impegnati quotidianamente nella Ricerca e nella Valorizzazione del Patrimonio archeologico. 

A seguire una rassegna dei principali elaborati prodotti sotto forma di articoli, recensioni o anche fotografie con commenti dal tono piĂą leggero. 

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Il mare del golfo di Baratti

 

Golfo di Baratti. Noto solo per lo squalo? A quanto pare no. Infatti è proprio in questa splendida cornice che si trova la Necropoli di Populonia. Appena dietro alla riva del golfo, dove il mar Tirreno lambisce la morbida sabbia della costa, gli Etruschi decisero di stabilirsi nel VII secolo a.c.

Attratti dalla bellezza del luogo? Non proprio. L’attività principale dell’insediamento era quella di scalo portuale: da qui passavano principalmente i minerali di ferro provenienti dall’Isola d’Elba e quelli che venivano prodotti in loco. Dobbiamo alla produzione di metalli del luogo la conservazione del patrimonio archeologico: infatti il cumulo di detriti proveniente dalla lavorazione del ferro ricoprì la zona di Baratti, permettendo di preservare un tale patrimonio. Il sito archeologico di Populonia fu scoperto da Isidoro Falchi nel 1897 e da allora è stato un susseguirsi di nuove ed avvincenti scoperte archeologiche che si sono concluse solo negli anni ’70 del secolo scorso. Tra i reperti più suggestivi che abbiamo avuto modo di vedere ci sono sicuramente la Tomba a edicola della Necropoli di San Cerbone, uno dei rari esempi ben mantenuti di tale tipo di tomba, non possiamo non citare la Necropoli delle Grotte, costituita da tombe a camera scavate nella roccia, infine interessante e ben conservata è anche la Tomba dei Carri, un bellissimo esempio di tomba a tumulo di 28 metri di diametro.

Cosa aggiungere riguardo a questo spettacolare sito archeologico? Il paesaggio naturale mozzafiato ospita uno dei siti archeologici più interessanti della nostra zona che vale sicuramente la pena di vedere. Per cui se vi capita di sentire il nome di questo luogo, non fermatevi alla storiella del suo squalo ma addentratevi. L’entroterra di questo splendido golfo ci offre una testimonianza storica delle nostre radici. La Necropoli di Populonia merita solamente di essere visitata.

Filippo Menchetti – I B

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PopuloniaBaratti attraverso gli occhi dei giovani

Alla redazione un gruppo di ragazzi del Liceo Classico Carducci Ricasoli di Grosseto, che dopo aver visitato il parco, nell’ aprile di quest’anno, ha deciso di condividere la propria esperienza con l’augurio di portare nuovi visitatori nella zona.

A due passi dal mare e circondato dalla macchia si trova il parco archeologico di Populonia-Baratti, la cui vista lascia a dir poco stupefatti i visitatori. Egregiamente conservato dal personale e inserito nel complesso di parchi della Val di Cornia è stato, per noi ragazzi, oltre ad una meraviglia naturalistica, un forte e concreto richiamo alle pagine di storia studiate fino a questo momento: basti pensare che abbiamo avuto l’opportunità di ammirare il bronzetto dell’offerente e le caratteristiche tombe a tumulo, finora viste solo sui nostri libri. Abbiamo provato sensazioni ed emozioni provenienti direttamente dalle opere ammirate, con un coinvolgimento ed una percezione maggiori rispetto a quello che può essere trasmesso da un testo.

Questo ci ha aperto gli occhi e ci ha reso consapevoli di come la nostra scuola ci dia la possibilitĂ  di ampliare gli orizzonti lavorativi oltre i “classici” atenei, rendendo concretamente percepibile la reale e complessa attivitĂ  che viene svolta nella gestione di un intero parco archeologico. 

A Populonia abbiamo trovato una realtĂ  aperta a tutte le etĂ , a partire da un punto formativo per le scuole elementari con la costruzione di abitazioni antiche e l’uso di tecniche ed utensili del tempo, fino ai percorsi per escursionisti dai diversi livelli di capacitĂ . Molteplici laboratori per fare esperienza della vita antica e numerosissime fonti visive come i pannelli distribuiti all’interno del parco, che denotano le grandi possibilitĂ  che questo ha da offrire, dimostrabili anche con i diversi itinerari percorribili. Abbiamo visto da vicino il mestiere dell’archeologo occupato in numerosi incarichi burocratici, esperienze “sul campo”, classificazioni e altrettante responsabilitĂ . 

Infine la bellezza del parco viene esaltata e amplificata dallo stretto contatto con la natura che lo avvolge completamente e che rende inutile qualsiasi sovrastruttura, ricordando perfino a noi ragazzi il piacere di esplorare il territorio, di scoprire la storia che ci circonda e di impegnarci a mantenere e far conoscere questo grande tesoro che ci è stato trasmesso.

Dall’esperienza di: Giulia Miserocchi, Bernardo Pastorelli, Francesca Detti, Lorenzo Laiolo, Giorgio Virga, Matteo Ficulle, Leonardo Conforti, David Palatinsky, Emma Gatti, Rebecca Mancineschi, Alice D’Alfonso, Maria Giulia Pucci – II B

 

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Cesare Salvadori – I B

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Mi piace ricordare la visita alla necropoli di Populonia come un momento di â€śrapimento”, o meglio, una specie di esercizio di meraviglia. Noi ragazzi siamo così occupati a passare il tempo libero (prezioso, soprattutto per noi che facciamo il liceo classico ;P) davanti allo schermo di un cellulare o di una TV, magari uscendo con i nostri amici e, a volte, anche leggendo, che non ci rimane piĂą nemmeno il tempo per il tempo! Infatti, se non fosse stato per la gita organizzata dalla scuola, non credo che ci sarei mai andata di mia spontanea volontĂ . Invece, adesso, ritengo che un’esperienza del genere sia un’occasione unica, per fare una passeggiata e per risvegliare il “rapimento” nascosto che ognuno di noi ha ( del resto, le radici dei nostri occhi sono nel cuore 🙂 ).

Come quando guardo una rosa e mi accorgo che le cose belle dell’universo non sono tenute ad essere belle, eppure lo sono; ed allo stesso modo, rapita dalla bellezza della natura che si trovava in quel luogo, ho sentito, per un momento, di meritare tutta quella bellezza che mi circondava. La sete di infinito del mio animo sembrava per un attimo essersi colmata per via della pienezza delle emozioni che stavo provando, come quasi avessi scoperto il segreto della polifonia del mondo e avvertivo che anche gli altri erano nella stessa mia situazione.

Nonostante si tratti di un parco archeologico con resti risalenti a 3000 anni fa, consiglio a tutti di andarci a fare una gita. Scoprire le proprie origini è interessante e poi, per poter essere originali e manifestare il proprio essere, bisogna essere prima di tutto originari e quindi antichi. 🙂

Alice Frosoni – II B

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Come essere immersi in un mondo diverso dal nostro o, semplicemente, piĂą antico, dove tutte quelle comoditĂ  e questa tecnologia si perdono e fanno risaltare il bello e lo spettacolare, il reale, la meraviglia che la natura ci ha sempre offerto e che molti non considerano. Un mondo con i vostri vecchi antenati, quegli uomini che hanno vissuto dove abbiamo camminato, dove hanno passato l’infanzia a ridere e giocare con pezzettini di legno o di pietra, in una condizione che ora chiameremmo “di povertà”, ma che a me viene piĂą da chiamare “semplicità”; e rifletto su come una esistenza del genere possa sembrarci dura, quando, magari, era semplicemente libera e normale per loro.

Ginevra Calvani – II B

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Esperienza molto interessante, non tanto per le informazioni apprese, che sono presenti anche nei libri scolastici, quanto per la possibilitĂ  di partecipare in modo interattivo ad un patrimonio culturale che rappresenta il nostro passato. Scoprire la propria storia da vicino, immedesimandosi in una specie di viaggio nel tempo che permette di vedere i resti di un’antica civiltĂ , è, a mio modo di vedere, il modo piĂą interessante e coinvolgente per arricchire la propria cultura.

Bianca Sfondrini –  I A 

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Molti misteri avvolgono la popolazione etrusca: da dove venivano, che lingua parlavano ecc.  Gli studiosi ancora tentano di rispondervi, ma senza certezze. 

Tra le colline della Maremma si nasconde uno tra i più importanti tesori di questo popolo: il “Parco archeologico di Baratti e Populonia”.

Visitandolo se ne può avvertire la vastitĂ , che comprende, infatti, ottanta ettari: dal promontorio di Piombino al golfo di Baratti. Al suo interno innumerevoli reperti testimoniano l’antico insediamento etrusco, che prese il nome di “Populonia” dal dio del vino “Fufluns” (corrispondente al dio Bacco per i Romani).  Suddivisibile in due parti, una alta ed una bassa, quest’ultima, ospitante la necropoli della cittĂ , è la meta principale dei visitatori. 

Tombe di vario genere segnano il percorso del visitatore nel parco: la Tomba dei carri, la Tomba del bronzetto dell’offerente (unica conservata nel suo genere) e molte altre. Ma a rendere il tutto ancora piĂą affascinante è il tipico paesaggio maremmano che circonda il parco, permettendo al turista di addentrarsi nei misteri etruschi godendosi un panorama  non trascurabile.  

Giulia Anastasi – I B

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UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE NOSTRE ORIGINI

Immergetevi nella landa suggestiva di Populonia, in cui è possibile entrare a diretto contatto con i misteri di un popolo la cui origine ancora oscilla tra la teoria dell’autoctonia e la provenienza dall’oriente. Si può effettuare un percorso di quello che apparentemente sembra un grande tamburo (e infatti tale è il nome della struttura cilindrica che lo sorregge), attraverso uno stretto cunicolo, in grado di farci comprendere l’importanza affidata da questa popolazione all’aldilà e alla sfera della morte. Potrete toccare con mano le mura entro le quali vi è una probabilità di percepire la presenza di antichi guerrieri sepolti.

“La tomba dei carri”

 

Giulia Caprini – I B 

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Lorenzo Guidi – I A

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Sono una ragazza del quarto anno del liceo Classico di Grosseto e il giorno 4 aprile ho trascorso la giornata visitando il parco archelogico di Populonia-Baratti e l’Acropoli della città. Il parco è istruttivo e ben tenuto. Le necropoli visitate, molto suggestive, sono state ancor più apprezzate grazie alle esaustive spiegazioni della guida messa a disposizione dal parco, la quale è stata in grado di non far perdere l’interesse e la partecipazione di noi ragazzi.

Visitando l’Acropoli, tra una spiegazione e l’altra della guida , si possono ammirare stupendi panorami e paesaggi marittimi. Credo che possa essere una giornata appassionante  anche per i piĂą piccoli che si divertiranno a ricreare utensili e oggetti del IX-VIII sec a.C. nello spazio a loro riservato. Consiglio a tutti di portarsi delle scarpe comode! 

Nausica Andreoli

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Belvedere post camminata a Populonia, manca solo un chiosco di limonate.

Sofia Stefani

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L’esperienza svoltasi il 3 aprile 2017 agli scavi archeologici di Populonia (LI) è stata molto interessante e formativa sotto vari punti di vista.

Innanzitutto, per noi studenti (in particolare quelli del Liceo Classico, che si occupano più di chiunque altro di storia antica) riscoprire le proprie radici è importante sia per poter avere una cultura più salda, sia per poter comprendere fatti e avvenimenti che riguardano anche il nostro presente.

Per questo, approcciarsi in maniera più approfondita agli usi e i costumi delle popolazioni che hanno fatto la nostra storia (in particolare gli Etruschi, per quanto riguarda il nostro territorio) è di una fondamentale importanza di per sé, tanto più che abbiamo la possibilità di venire a contatto direttamente con siti archeologici che ne riportano il patrimonio, invece di limitarci ai soli scritti ricavabili dai manuali scolastici.

Ciò rende l’alunno più attivo nell’ascolto e più partecipativo, permettendo inoltre una maggiore comprensione dell’argomento trattato data dall’analisi pratica di reperti e scavi a cura degli esperti.

Dalla nostra personale esperienza, abbiamo potuto constatare che l’approccio di noi studenti a determinati argomenti e determinate questioni non manca però di vitalità ed ironia: rielaborando i contenuti trattati, essi possono essere resi facilmente accessibili ai nostri coetanei non particolarmente pratici dell’argomento o interessati ad esso anche con pochi semplici veicoli, come per esempio una fotografia.

Un esempio è riportato sotto:

Da sinistra: Ettore Corradini IB, Filippo Menchetti IB, Pietro Mancineschi IB 

I tre ragazzi della classe IB, muniti di giornale, rappresentano una vera e propria tomba “a edicola”, riproponendo in modo spiritoso una delle tipologie più frequenti di tomba ipogea, in particolare la Tomba del bronzetto offerente, riportata in foto.

Chiara Evangelisti, Alessia Cerboni, Ettore Corradini, Gianmarco Zambernardi – I B

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“Avventura nell’Etruria”

Martedì 4 aprile abbiamo trascorso una giornata nel sito archeologico di Populonia-Baratti, che non avevamo mai avuto l’occasione di visitare. Appena arrivati siamo rimasti impressionati dal contrasto tra paesaggio marino e ruderi; successivamente siamo andati a vedere le varie tombe presenti nella necropoli, accompagnati da Alessandro, una guida molto preparata, che ci ha fatto notare quanto fossero realistici i pannelli didascalici: questi infatti raffigurano molto dettagliatamente e con precisione, oltre che l’ambiente, anche l’abbigliamento dell’epoca.

Tornando al discorso delle tombe quelle che ci hanno colpito di più sono la tomba del Bronzetto dell’Offerente, che avevamo studiato già a scuola e che è stato bello vedere dal vivo, anche se ce l’aspettavamo più grande, e la tomba a tumolo che presentava al suo interno una splendida ricostruzione della cupola con oculo centrale dal quale entra la luce, tuttavia il corridoio d’ingresso alla camera funeraria era poco illuminato e di difficile accesso.

Il parco si sviluppa attorno a un’avventurosa passeggiata tra i boschi, un po’ stancante però la consigliamo anche alle famiglie con bambini perché sono presenti delle attività interattive, quali la lavorazione dell’argilla o la visita alla ricostruzione di una capanna etrusca. Al termine della vostra visita vi consigliamo anche di fare un salto al borgo medievale di Populonia, dove un imponente castello si staglia sul mare e dove potrete fare un pic-nic, ammirando il golfo di Baratti.

Benato Ilaria, Chiacchio Francesca, Ziliani Giulio – II B

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Populonia fu un antico insediamento etrusco, era una delle dodici cittĂ  della dodecapoli etrusca.

Per tutto il periodo etrusco e la prima parte di controllo romano l’economia di Populonia era basata sui commerci marittimi e sulle produzioni siderurgiche.

Presso l’attuale abitato sono visibili i resti della città antica, con le mura etrusche e resti di edifici di epoca romana.

Il Parco è articolato in diverse aree di visita che permettono di cogliere la trasformazione del paesaggio.

Nella Necropoli di San Cerbone-Casone sono visibili tre tipi di tombe: tombe a tumulo, sormontate da un monticello di terra che protegge l’ambiente sepolcrale; tombe a edicola, semplici casette rettangolari in pietra con tetto a due falde; tombe a cassone o a sarcofago, fatte a forma di cassa con la parte inferiore tagliata nel tufo, e la parte superiore costruita in mattoni.

La tomba che mi ha colpito di più è la Tomba dei letti funebri, ritrovata dagli archeologi quasi completamente saccheggiata. L’accesso alla tomba avviene attraverso un lungo dromos su cui si affacciano due cellette probabilmente usate come ripostigli per il corredo funebre.

La tomba prende il nome dai sei letti funebri che si trovavano al suo interno ed ha una camera coperta da una “pseudo-cupola”, oggi parzialmente conservata. I letti funebri per le sepolture ad inumazione sono ancora visibili e ben conservati. Le gambe dei letti in pietra sono state scolpite per assomigliare a tornite gambe di legno.

I membri della famiglia deceduti erano collocati orizzontalmente su lastre di pietra, ora mancanti, sostenute dai lati verticali dei letti stessi.

Emma Bernardini – I B 

 

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Vista consigliata per tutti gli amanti della storia e del trekking. Incalcolabile il valore storico-paesaggistico di questo luogo. La maggior parte dei reperti archeologici si trovano all’esterno di un fantastico boschetto, che nelle giornate soleggiate offre un po’ di riposo dal caldo afoso tipico delle belle giornate nel Golfo di Baratti. La passeggiata nel bosco è spettacolare sia per la bellezza in sĂ© del bosco sia per la vista mozzafiato che offre sull’Isola d’Elba. Finita la visita alla Necropoli, tempo permettendo, è quasi obbligatorio “spiaggiarsi” nel magnifico Golfo di Baratti. è molto bello il tramonto che gli Etruschi tutti i giorni potevano ammirare. Parco ben tenuto e Guide impeccabili.

 

Niccolò Boschi – I B 

Competenze

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Postato il

21 Giugno 2017